Prandelli lascia la panchina viola con una lunga lettera di addio
Claudio Cesare Prandelli, classe 1957, ex centrocampista e allenatore di calcio, lascia la panchina della Fiorentina per la seconda volta. Stavolta dopo soli quattro mesi e mezzo. Stavolta per una scelta sua personale. E l'addio a Firenze è accompagnato da una lunga lettera, carica di dolore. "È la seconda volta che lascio la Fiorentina. La prima per volere di altri, oggi per una mia decisione".
Pillole della carriera di Prandelli: dal calcio giocato alla panchina
Prandelli inizia la sua carriera sul campo; tre sono i club in cui gioca: la Cremonese, l'Atalanta e la Juventus, con cui rimane sei stagioni, portando a casa diversi trofei (tre scudetti, una Coppa Italia, una Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe e una Supercoppa UEFA). Appesi gli scarpini al chiodo nel 1990, inizia subito la carriera da allenatore con l'Atalanta, guidando le giovanili; poi il Lecce, il Verona e il Venezia, che guida entrambe alla promozione in Serie A, il Parma (2002-2003) e la Roma (2004) per pochi mesi. E un primo arrivederci al campo di calcio, per stare vicino alla moglie Manuela, alla quale è stato diagnosticato un tumore, che nel giro di pochi anni se la porterà via.
Dal 2005 al 2010, Prandelli allena la Fiorentina, con cui ottiene grandi risultati, portando la squadra ai primi posti della classifica del campionato e alle competizioni europee di Coppa UEFA e di Champions League. Fino alla panchina della Nazionale italiana: Prandelli guida gli Azzurri agli Europei 2012, fino alla finale, persa 4-0 contro la Spagna, e ai Mondiali di Brasile 2014, ma escono al primo turno contro l'Uruguay, e annuncia subito il congedo definitivo dalla panchina azzurra.
Ma le dimissioni sono state una costante nella sua carriera. Dopo la Nazionale, arrivano panchine difficili e spesso brevi: il Galatasaray (2014-2015); dopo due anni di inattività, solo 8 partite al Valencia (2016); meno di un anno dall'Al Nasr (2017); pochi mesi al Genoa (2018), e di nuovo la Fiorentina (2020).
L'addio a Firenze (e al calcio?)
Firenze era la città dove voleva ritornare, una vera scelta di cuore. Ma dopo soli 4 mesi e mezzo, il 23 Marzo 2021, due giorni dopo la sconfitta casalinga per 2-3 contro il Milan, arriva la difficile e sofferta decisione: Prandelli rassegna le dimissioni per motivi personali, con una lunga e appassionata lettera d'addio.
"Nella vita di ciascuno, oltre alle cose belle, si accumulano scorie e veleni che talvolta ti presentano il conto tutto assieme. In questo momento della mia vita mi trovo in un assurdo disagio che non mi permette di essere ciò che sono. Per il troppo amore sono stato cieco davanti ai primi segnali che qualcosa non andava, qualcosa che non era esattamente al suo posto dentro di me".
Una squadra difficile da gestire, i risultati che non arrivano, lo sconforto suo e lo scontento dei tifosi, figli di un calcio in cui non si riconosce più, un calcio in cui "si parla troppo poco di pallone e troppo di tutto il resto". E così Prandelli decide di fermarsi qui, di fare dietrofront. "Per ritrovare chi sono veramente e per non penalizzare la squadra che è ancora in lotta per la salvezza". Una decisione certamente sofferta e non compresa da tutti, tanto che i social si stanno riempiendo di chiacchiere e ricostruzioni inventate di fatti mai esistiti. "Sono consapevole che la mia carriera possa finire qui, ma non ho rimpianti e non voglio averne". Parole amare che sembrano preludere a un addio al calcio. O perlomeno ad una pausa di riflessione.
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